2 – L’itinerario dell’antica leggenda del drago

Pomo – Rian della Sciuscia – Pian della Mora – Capraio – Faia

Dislivello itinerario n. 2

Simboli: per tutto il percorso C.

Dalla borgata di Pomo, si svolta a destra del pilone votivo mariano, il nostro percorso segue la sterrata centrale in salita. Per chi volesse fare una breve deviazione, il sentiero a sinistra porta alle Rocche del Castello (da affrontare esclusivamente a piedi). In 10 minuti si arriva al Castellum Aquiliani costruito nel secolo XI e distrutto nel 1339. Oggi scorgiamo solo i resti murari.

Seguendo il simbolo C si prende quindi il tracciato centrale, in salita, sul quale è possibile notare i segni lasciati in passato dai carri che partivano da Pomo per raggiungere,  attraverso il Pian della Mora, Tiassano. Il percorso si snoda in un bosco ricco di noccioli, castani

Cartina itinerario n. 2

agrifogli e giunti ad uno spiazzo ci si trova di fronte a tre strade. A sinistra la traccia scende a Valleggia, al centro porta a Termi, per proseguire si prende la piccola stradina sulla destra. Giunti ad un bivio si imbocca la sterrata di destra lunga il quale si trova un enorme masso. Nel passato si credeva fosse usato dalle streghe per i loro incontri per questo fu denominato A pria da stria (pietra della strega).

Venne anche utilizzato per riti di fertilità, infatti ancora nel 1800 le donne che non potevano avere figli vi si recavano a “sfregare” la pancia per poter rimanere incinte. Si prosegue sempre diritti fino ad un bivio con una traccia che sale a sinistra ma si deve restare sulla principale a destra.

Quando si arriva ad un incrocio a più strade si può scegliere:

A)
sulla sinistra una sterrata in salita porta in 15 minuti al prato del Capraio. Dopo una sosta per godere della vista sui monti Burotto e Baraccone si torna per la carraia.


B)
continuando diritti si segue il percorso in piano che poi scende tra castagni. Seguendo attentamente il simbolo C , giunti in fondo girare a sinistra per raggiungere la borgata Faia dove si trova la piccola chiesa dedicata a Santa Libera e a San Giacomo. Gode di poco sole in inverno da qui il proverbio “Chi veu provô e pen-e de l’infernu u vagghe a Gôxi d’estè e a Faja d’invernu”, (chi vuol provare le pene dell’inferno vada a Garzi d’estate e alla Faia d’inverno). Da qui imboccare l’asfalto fino a rincontrare il bivio per Pomo o dove abbiamo lasciato l’auto.

GUARDA IL PERCORSO SU GOOGLE EARTH

Scarica le coordinate GPS